CLAUDIA COSLOVICH

ECCO LA CLAUDIA  COSLOVICH CHE NON TI ASPETTI!
Intervista a gamba tesa ad una icona dei lanci. (E.P)

Chi è appassionato di Atletica o comunque si è interessato in questi ultimi vent’anni al nostro sport conosce certamente Claudia Coslovich. Probabile però che ne conosca meglio il nome che non l’immagine dato che le interviste sui media e le trasmissioni televisive privilegiano da sempre altre specialità quali la velocità, il mezzofondo, le maratone e, di rado, i salti.,quasi mai i lanci.
Ecco perché anche lei come altri grandi protagonisti di discipline molto tecniche, pur avendo marchiato con le sue imprese la storia del giavellotto in Italia negli ultimi lustri, è probabile che sia stata recepita dal grande pubblico in modo non specifico ma secondo un insensato metodo transattivo ancorato allo stereotipo di chi lancia un attrezzo: “fisico vigoroso ed esuberante che trasmette un senso di forza fisica fuori norma e determinazione da vendere il tutto accompagnato da un animo cameratesco tipico proprio dei lanciatori”.
Ebbene questo  profilo corrisponde  certamente anch’esso alla fisicità di Claudia ma va detto che se si parla di lei c’è molto ancora da aggiungere! Claudia infatti non è stata una lanciatrice come tante altre ma una vera “top winner” capace di indicare un percorso alle giovani leve  e di dare dignità compiuta nel nostro paese ad una specialità osannata altrove (Finlandia docet) ma che in Italia appare ancora di modesto appeal.
Claudia Coslovich è stata, per lungo periodo, una delle grandi icone femminili dell’Atletica Leggera Italiana, capitana della Nazionale e fra le prime “giavellottiste” al mondo per anni. Chiunque “mastichi” di Atletica questo lo sa. Forse non sa però tante altre cose di lei; ad esempio che stiamo parlando di una triestina dal fisico temprato nel ferro, bionda da morire, con un viso dolce segnato da due occhi azzurri, un carattere forte ed un modo di fare talvolta spregiudicato, tranne poi a squagliarsi come neve al sole quando parla del suo Nicola (Vizzoni ndr).
Nella nota e nell’intervista che seguono cercheremo quindi, nel nostro piccolo e per quanto ci è possibile, di farvi conoscere meglio questa atleta straordinaria dalla personalità complessa ma dalle idee………..chiarissime.

Claudia Coslovich è nata a Trieste nel 72, ha due fratelli più grandi (Fabio e Dino) ed è cresciuta nella sua città dove ha completato gli studi ed è rimasta in pianta stabile fino a quando la grande atletica l’ha portata a girare il mondo. Al nostro sport si è avvicinata a quattordici anni, nel 1986, grazie alla sua compagna di scuola Tania, capace di trascinarla su un campo di atletica; “galeotto” fu in quel periodo l’incontro con un tecnico sloveno, Leopold Toplak a cui la nostra eroina riconosce ancor oggi il merito di averle  “insegnato tutto per quanto riguarda la tecnica del giavellotto”. Una “liaison” durata fino al 1998, anno in cui iniziò la collaborazione tecnica con  Mimmo Di Molfetta, collaborazione durata poi fino al momento del suo congedo agonistico avvenuto nel 2008. Anche a Mimmo Claudia riconosce meriti straordinari:  “ha perfezionato e completato il lavoro fatto da Leopold e mi ha fatto crescere sotto il profilo fisico e della programmazione”. Solo due allenatori pertanto hanno gestito la vita sportiva di Claudia, il “minimo sindacale” potremmo dire visto le abitudini di oggi! Una ulteriore conferma alla sua “tendenza monogama e conservativa” in tutte le cose che gli sono care: lo sport, l’amore, gli amici.
A conferma di ciò và ricordato che sono stati solo tre i Club nei quali ha militato in 22 anni di carriera (BOR Triestenel quale è cresciuta, Sisport nel quale si è affermata e Fondiaria-Sai negli anni della maturità sportiva),  che frequenta da sempre le stesse amiche e che per lei, da illo tempore,  conta  solo il grande amore per Nicola Vizzoni conosciuto in occasione di un raduno della Nazionale nel ’96.

Per capire cosa ha rappresentato Claudia Coslovich per l’Atletica Leggera Italiana basta ricordare attraverso numeri, primati e records la sua favolosa carriera: 19 titoli italiani, 43 maglie azzurre indossate e la partecipazione a 2 Olimpiadi (Sydney 2000 ed Atene 2004),  3 Mondiali (Edmonton 2001, Parigi 2003, Helsinki 2005) e 4 Europei (Helsinki 1994, Budapest 1998, Monaco 2002 e  Goteborg 2006). In alcuni di questi eventi Claudia è stata finalista. Da allieva lanciava già il suo giavellotto a 49,62mt e da Junior  a 51,20. Il suo Primato personale è stato di  65,30mt, primato italiano e misura di valore mondiale.
Oggi Claudia si divide tra Trieste dove vive la sua famiglia e Camaiore dove assieme al suo perenne amore Nicola ha comprato casa e dove lavora come tecnico allenando e facendo crescere giovani talenti.
Claudia è ragazza semplice; ama leggere, ama il mare ed ama mangiar pizza. Come tutti i lanciatori non disdegna certo un bicchiere di birra ma preferisce il vino; se poi è una bottiglia di Tignanello Antinori del 2002 è il massimo!

D- Ciao Claudia, è passato il tuo primo anno da ex atleta, il primo da tecnico. Mi fai un riassunto  del  tuo stato d’animo? Ora è peggio di prima! Da atleta dovevo stressarmi solo per la mia gara, ora invece tocca stressarmi per tutti!!!!! Comunque sono contenta è iniziata una nuova vita e ho nuove soddisfazioni.

D- Claudia hai smesso di gareggiare per necessità, per mancanza di stimoli o magari perché volevi coronare qualche sogno nel cassetto? Vuoi la verità? Ho smesso perchè mi hanno fatto passare la voglia, ero nauseata dall’ambiente non mi divertivo più e poi era anche arrivata l’ora di appendere le scarpette al chiodo e iniziare a pensare al mio futuro. Lavoro, casa, figli….

D- Sei stata una fra le più grandi lanciatrici italiane di sempre. Cosa non sei riuscita ad ottenere e cosa invece hai ottenuto che non avevi messo in preventivo? Penso di aver coronato gran parte dei sogni fatti da bambina, Olimpiadi comprese; magari mi sarebbe piaciuto vincere una medaglia ed in una occasione mi è forse anche sfuggita (ndr: ai Mondiali di Parigi Claudia arrivò 7^ ma aveva lanciato mesi prima molto meglio e…sognava!).

D- Sul mondo delle lanciatrici spesso ci sono dei pregiudizi riguardanti la femminilità. Tu ne hai  mai captati e ne hai sofferto? Personalmente, lo devo dire, non ho mai osservato alcun tipo di pregiudizio nei nostri confronti anzi diciamo pure che il gruppo lanci è quello più simpatico dell’Atletica. Domanda respinta.

D- Non sei mai entrata in un gruppo militare anche se ci sei andata molto vicino. Come mai? Devo dire la verità? Allora ti dico che non ho mai avuto santi in paradiso e purtroppo all’epoca (ndr: metà anni ’90 in poi) c’era bisogno proprio di quelli per entrare anche perchè di Gruppi Militari ce n’erano pochi e i concorsi non erano mirati come succede ora! Quindi questa è la spiegazione e se ci penso ancora ora mi girano le balle!!!! Sono stata abbastanza sincera??

D- Esiste una tua erede nel giavellotto? La  Bani, ad esempio,  in cosa ti assomiglia ed in cosa è diversa?

Oggi Bani è indubitabilmente la numero uno in Italia. Io e Zara siamo due tipologie di lanciatrici diverse ma penso che ci accomuni il fatto di non essere lanciatrici di forza bensì tecniche.

D- Con Nicola Vizzoni, il tuo compagno,  hai rappresentato per anni la coppia simbolo dell’Atletica Italiana. Quale sono i vostri prossimi obiettivi? Beh Nicola si allena ancora ma contemporaneamente allena anche. Speriamo quindi di avere entrambi successo come allenatori e lui ancora come atleta, è ovvio! Nella vita privata invece l’obiettivo è di far nascere degli eredi che ci possano sostituire (anche perchè un’altra piccola Coslovich che rompe le balle ci vuole proprio!)

D- La casa che avete comprato a Camaiore sembra la ”fabbrica di S. Pietro”: anni per decidere, anni per il mutuo, anni per il rogito! Ma quando ci andrete a vivere e… pensate di sposarvi? Lo so che la casa sembra una barzelletta ma ce la stiamo sistemando con le nostre manine e sta venendo su come vogliamo noi. Appena pronta ci andremo ad abitare ma per quanto riguarda matrimonio dovete parlare con Nicola perchè sembra avere un’allergia….

D- Hai smesso da un anno di lanciare, ti sei trasferita a Pietrasanta ed hai cominciato ad allenare a “manetta”! Vuoi farci qualche nome? Oddio, non posso farne solo alcuni perchè sarebbe ingiusto nei confronti degli altri e quindi li cito tutti in ordine alfabetico altrimenti sono uno geloso dell’altro: Roberto Bertolini, Giada D’Alessandro, Lorenzo Mercadante,  Giacomo Puccini, e Tiziana Rocco. Stai certo che qualcuno farà la sorpresina! (ndr: Tiziana Rocco, FFAA, ha gareggiato in passato per noi. Atleta di grande potenziale è stata a lungo ferma per infortunio).

D- Claudia, sai benissimo che per via del il tuo carattere impetuoso da “triestina doc” oltre che amici ti sei fatta anche qualche nemico! hai voglia di fare dei nomi e magari toglierti un sassolino dalla scarpa? In verità di amici ne ho pochi ma buoni e poi tante “conoscenze”. Sai che odio il finto buonismo e sono dell’opinione che è impossibile andare d’accordo con tutti. Nemici?  Al contrario ne ho avuti tanti. Troppo lunga la lista per citarli tutti!

D- Ok ma fai almeno il nome  delle amiche! Stando sempre in giro la mie famose poche e buone amicizie le ho trovate nell’Atletica. La mia più grande amica che considero come una sorella è Manuela Torazza detta “Pallina” ex lanciatrice di peso; ci siamo trovate da subito, pensavamo e agivamo allo stesso modo e nonostante lei abbia smesso perchè ha cambiato sport ci sentiamo sempre e cerchiamo di frequentarci il più possibile nonostante la distanza chilometrica che ci ha sempre separato (ora vive ad Ostia). Le altre due amiche sono Laura Bordignon e Silvia Salis con le quali ho condiviso gli ultimi anni di raduni e andavamo d’accordo proprio perchè non eravamo rivali in pedana tre caratteri diversi ma ben amalgamati.

D- Ora, da brava lanciatrice, ti bevi una birretta e mi spifferi la verità! Ovvio che gli abbinamenti non siano casuali ma ti chiedo di buttare giù qualcuno dalla torre.
Arese o Gola?  Arese, sicuro!
Di Molfetta o Silvaggi? Nessuno dei due Mimmo è stato  mio allenatore per dieci anni.                                             
Ponchio o D’Agostino?  Ponchio senza dubbio
Gazzetta o Corsport?  Tutti e due i giornali anche se la Gazzetta parla un po’ di più di Atletica
Pasta o carne?  Mi piacciono entrambe
Vino o birra?  E come si fa a scegliere? Lo sai la birra è un rito prima della gara e il vino, con la carne, è la morte sua
Successo od amore? Butto il successo. Viva l’amore!

D- Risposte incomplete ma pazienza! Ora attenzione Claudia: a livello di gare internazionali qual’è il ricordo più bello? Senza dubbio le Olimpiadi di Sydney 2000, esperienza indimenticabile perché la mia "prima volta".  Sidney ha rappresentato per me il raggiungimento di un sogno e poi, signori miei, vedere Nicola sul podio con l’argento appeso al collo!

D- Ed a livello personale? Sono tanti i ricordi belli, ma uno in particolare è il più bello di tutti e te lo voglio raccontare. A Tirrenia nel ’96, durante un raduno, la sera, mentre ballavamo in un locale che si chiamava “le scimmie” c’è stato il  primo bacio con Nicola!

D- Nicola? che strano, non lo avrei mai immaginato (!). Cambiamo argomento. Claudia, in carriera ai vinto tantissimo con noi e perfino una Coppa Campioni con la Sisport anni prima. C’è una vittoria che per situazione e stato d’animo ti è rimasta nel cuore più delle altre? Beh penso che a questa risposta noi della SAI potremmo rispondere tutte allo stesso modo: PALERMO 2007! Uno Scudetto cercato, voluto a tutti i costi e poi vinto. Indimenticabili i mega festeggiamenti che sono seguiti e che ci hanno unito ancora di più come squadra! Tieni presente che nell’intimo molte di noi sapevano che si stava avvicinando la fine di un’epoca ed anche per questo abbiamo vissuto quella vittoria con grande intensità! Infine per dirla tutta, basta vedere la classifica e chi abbiamo messo dietro per comprendere perché è stata un’emozione così forte, direi da urlo! (ndr: a Palermo si assegnò l’ultimo Scudetto  con in gara ancora le tre squadre militari. L’anno dopo  cambiarono i regolamenti)

D- Ora ti nomino alcune compagne di squadra che hanno scritto, con te, la storia del nostro Club. Tu esprimi un sintetico pensiero su ciascuna.
Laura Bordignon
: già detto, grande amica e compagna di stanza.
Benedetta Ceccarelli: mitica Capitana di sempre.

Stefania Cadamuro: la svampita del gruppo ma che carattere in gara!
Margaret Macchiut:  beh grande Triestina come me: o la ami o la odi.
Clarissa Claretti:  nonostante tutti gli anni passati insieme anche in raduno di lei non so niente, non ci siamo mai frequentate; quindi niente da dire.
Daniela Graglia:  grande “scricchiolino” del mitico gruppo delle “vecchie”

D- Claudia, siamo arrivati alla fine di questa intervista fiume. Per chiudere fai il nome di un giovane talento italiano dei lanci su cui ti senti di scommettere (maschio o femmina che sia) e scrivi un pensierino gentile per noi…se te la senti! A parer mio Gianluca Tamberi (Atl Vomano/FFGG) è sicuramente un talento;  se continua così si parlerà molto di lui od almeno glielo auguro! E della SAI che dire? Con questa squadra ho vissuto gli ultimi anni della mia attività, ho trovato nuove amiche e riscoperto altre, insieme abbiamo gioito tanto e qualche volta pianto. L’ambiente della squadra è unico nel suo genere ed è l’unica cosa che mi manca dell’Atletica. Mi tengo sempre informata tramite il sito  e quando parlo con Mauro Berardi (grande e mitico Direttore Tecnico!) parlo sempre di “noi”  e non di “voi”. Ci sarà pur un motivo, tu che dici?

Che vuoi che dica? Che ci manchi Claudia, ma perché …. non torni a lanciare? Ciao amica mia, scherzi a parte, registra nella tua “testolona bionda” che questo Club ti ha messo, con poche altre,  fra i suoi miti di sempre. Strameritato!

E. Palleri
 

 

 

 

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